25Novembre
EDITION 2023

“25Novembre.org”, giunto alla sua edizione 2023 e nato come progetto collaterale di Memorie Urbane, ormai si nutre e vive di vita propria. Ho sempre voluto aggiungere ad ogni edizione un nuovo tassello, che potesse aumentare la percezione e far riflettere su questa piaga sociale e culturale che miete centinaia di vittime ogni anno. In tutte le edizioni abbiamo lavorato con gli artisti per realizzare donne, volti, sguardi e l’universo femminile in ogni sua sfaccettatura, accompagnando le opere con il tag “25 Novembre”.

Per questa edizione 2023:

Si chiama Farzana Jafari, è un’artista afghana nata nel 1995 nella provincia di Wardak, e sarà lei a realizzare l’opera di arte urbana nella Città di Fondi (Latina) nell’ambito del Progetto 25novembre.org.

La sua storia artistica inizia quando era ancora una studentessa, desiderosa di acquisire nuove competenze nel campo dell’arte: “Consideravo l’arte come un mezzo per ottenere risultati tangibili attraverso la mia creatività, col passare del tempo l’arte è diventata una parte essenziale di chi sono”.

Dopo aver frequentato il dipartimento artistico dell’Università di Kabul per tre anni ha dovuto abbandonare gli studi accademici. L’Afghanistan ha subito un drammatico cambiamento in questi anni. Le donne e le ragazze hanno perso il diritto all’istruzione, all’accesso all’università e all’occupazione, la loro libertà è stata soppressa.

Adesso vive in Italia e come artista cerca di ritrarre la situazione del suo Paese: “Non mi arrenderò mai nella mia lotta tenace. La mia tavolozza di colori, le tele e l’amore per la libertà, per il mio popolo e per le mie sorelle afghane sono le mie armi”.

“L’opera, al centro dell’evento, ritrae un uomo che trasporta una piccola gabbia, simbolo della prigionia e dell’oppressione, all’interno della quale è rinchiusa una donna. Sullo sfondo, un’altra figura femminile cerca disperatamente di fuggire, aggrappandosi a una colomba, simbolo intramontabile di pace e libertà. Tuttavia, i suoi piedi sono legati da una catena, simboleggiando la condizione che le impedisce di liberarsi completamente.

Il significato di questa rappresentazione è profondo e provocatorio. Jafari denuncia la violenza domestica e l’oppressione delle donne, evidenziando la difficoltà per le vittime di liberarsi da una situazione così dolorosa. La porta raffigurata nell’opera simboleggia il tentativo di fuga, ma la catena la tiene saldamente ancorata, rappresentando la persistenza di una condizione che nega alle donne la possibilità di sfuggire al loro oppressore.

Il simbolismo forte e chiaro dell’opera invita gli spettatori a riflettere sulla realtà nascosta della violenza sulle donne e a prendere posizione contro qualsiasi forma di sopraffazione e repressione. L’arte di Jafari diventa così un potente strumento di consapevolezza e di cambiamento, spingendo la società a aprire le menti e i cuori, e a chiudere quelle porte che perpetuano la violenza e la discriminazione. “

La realizzazione del murales, curata da Luigi Giordano, è supportata come side-project da Memorie Urbane – open air museum – del nostro amatissimo e compianto Davide Rossillo. 

L’iniziativa è promossa e prodotta dall’associazione Il Quadrato di Fondi in collaborazione con il Centro Antiviolenza Ass. NADYR – donne contro la violenza.